“L'uomo non troverà la pace interiore finché non imparerà ad estendere la sua compassione a tutti gli esseri viventi.”

mission
Sull’esempio di Albert Schweitzer (1875, Kaysersberg, Alta Alsazia – 1965, Lambarené, Gabon) – organista, musicologo, filosofo, teologo, pastore luterano, medico missionario, ideatore del principio filosofico “Rispetto per la vita” e Premio Nobel per la Pace nel 1953 – l’Associazione LeForMis promuove la musica e le arti per la formazione e la cura della persona e per lo sviluppo del dialogo interculturale. Valorizza il repertorio di Johann Sebastian Bach e sostiene nuove esperienze compositive, progetti di studio, ricerca e divulgazione in ambito musicologico ed etnomusicologico. Incoraggia la formazione alla mondialità e alla cooperazione, la sensibilizzazione della coscienza ambientale, del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, e il volontariato sociale, volto in particolare alla scolarizzazione e all’educazione musicale e artistica di bambini e giovani.
Albert Schweitzer
“IL PIU GRANDE UOMO DEL XX SECOLO”
Nasce il 14 gennaio 1875 a Kaysersberg, un villaggio dell’Alta Alsazia, allora territorio tedesco. Organista, dottore in Filosofia (1899) e in Teologia (1900) all’Università di Strasburgo e vicario presso la Chiesa di San Nicola a Strasburgo, a trent’anni decide di diventare medico missionario. Conseguita nel 1912 la terza laurea in Medicina Tropicale, il 16 aprile 1913 parte per Lambaréné (Congo francese, attuale Gabon) con la moglie Hélène Bresslau, divenuta nel frattempo infermiera, e 70 casse di medicinali e attrezzature. Qui, nel cuore dell’Africa equatoriale, i coniugi Schweitzer operano in una capanna, primo nucleo del futuro ospedale di Lambaréné.
I gravi disagi, la prigionia in Francia come cittadini tedeschi durante la I guerra mondiale, le malattie e gli attacchi subiti non fermeranno l’impegno di colui che nel 1947 il Time definisce “il più grande uomo del mondo”.
Con i proventi del Premio Nobel per la Pace, che ritirerà nel 1954, Schweitzer fa costruire il lebbrosario a Lambarené. Qui, nell’ospedale a lui intitolato, si spegne il 4 settembre 1965, circondato dalla venerazione del popolo cui ha dedicato oltre cinquant’anni della sua esistenza.
LA MUSICA PER SCHWEITZER
Nel corso della sua lunga vita Schweitzer ha lasciato pregevoli testimonianze del suo operato in ognuno dei fronti in cui si è distinto, come dimostra la schiera di libri scritti da lui e su di lui. In un’esistenza tanto straordinaria la musica riveste un ruolo d’eccezione sin da quando, così piccolo da non riuscire a toccare la pedaliera, egli inizia lo studio dell’organo nella chiesa di Günsbach dove il padre, pastore luterano, tiene il servizio.
Per Schweitzer, allievo di Eugène Münch a Strasburgo e Charles Marie Widor a Parigi, fine interprete del repertorio per tastiera di Johann Sebastian Bach e autore del testo “J.S. Bach. Il musicista poeta” (1905), la musica fu sempre materia di studio e motivo di consolazione persino nella foresta equatoriale, dove un pianoforte modificato e foderato di zinco, dono della Società Bach di Parigi, gli permetteva di restare in esercizio, allietando le sue notti africane.
La musica fu però anche strumento di divulgazione e raccolta fondi. Schweitzer fu infatti più volte in tournée in Europa e negli Stati Uniti per sensibilizzare le colte platee occidentali alle esigenze del popolo africano secondo il principio filosofico “Rispetto per la vita”, da lui fondato nel 1915, quando già infuriava la I Guerra Mondiale.
In un periodo storico segnato da profonda instabilità geopolitica è quanto mai necessario rivitalizzare e promuovere la figura di un uomo che ha fatto della sua vita un modello di studio, lavoro e dedizione al prossimo e un costante monito alla pace nel pieno rispetto di ogni creatura vivente, umana, animale e vegetale.
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